Transizione ecologica: le linee programmatiche di Cingolani
Si è svolta ieri, presso le Commissioni riunite Ambiente e Attività produttive di Camera e Senato, l’audizione del Ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, sulle linee programmatiche del suo dicastero.
Riportiamo di seguito i principali temi affrontati:
- Prima volta in Commissione Industria – Il Ministro ha voluto sottolineare che l'audizione è la prima di un Ministro alle commissioni Ambiente e Industria riunite dei due rami del Parlamento per quanto riguarda le linee programmatiche del dicastero ambientale. Questo è un riconoscimento inevitabile da parte dell'ordinamento repubblicano della connessione inevitabile tra ecologia e sviluppo.
- Idee fondamentali sulla transizione ecologica – La denominazione assunta dal Ministero della Transizione ecologica è peculiare. Tale concetto non è univocamente definito dagli stati. Dobbiamo andare da A a B, ma partiamo da un punto A che è diverso a seconda dei Paesi. Questo è un aspetto che investe di grande responsabilità l’Italia. Dobbiamo studiare un percorso, il cui punto di partenza è definito dalla perdurante pandemia, in cui appare difficile conciliare istanze ambientali ed economiche. È una responsabilità verso gli italiani e verso il resto del mondo con risvolti geopolitici. Il Ministero dovrà perseguire politiche ambientali nella consapevolezza che dobbiamo affrontare anche un debito ambientale, un debito comune che trascende i confini degli stati. Siamo già gravati da un debito ambientale il cui montante sarà sempre più difficile recuperare se non agiamo per tempo. Si profila inoltre un debito cognitivo.
- Istituzione del MiTE e del Cite - Con il DL 22 del 2021 sono state ridefinite le competenze del Ministero dell’Ambiente con il trasferimento delle competenze energetiche dal MISE al Ministero. Il trasferimento al Ministero dell'Ambiente delle attribuzioni in materia di energia, fino ad ora assegnate al MISE, rappresentano una tappa importante nel percorso di tutela dell'ambiente e nel percorso di intervento a favore della transizione ecologica . Questa novità segna un salto di qualità nella sfida ambientale del Paese, poiché' integra le tradizionali competenze del dicastero con quelle volte allo sviluppo di fonti energetiche rinnovabili, sostenibili e non climalteranti, a tutela delle future generazioni, proprio nella logica di transizione ecologica che intesta la nuova denominazione del ministero. Non si tratta quindi di una mera innovazione terminologica, perché il decreto prevede che il Ministero abbia 3 focus distinti: la tutela della natura, del territorio e del mare; la transizione ecologica; la interdipendenza della sfida climatica e di quella energetica. L’intento delle novità organizzative è di ripensare l’organizzazione dell’amministrazione, indirizzandola verso la transizione ecologica del Paese. Inoltre, la strutturazione delle competenze del Ministero dovrà esprimere quindi la complementarità e l'interconnessione tra i temi della tutela ambientale, della salvaguardia del clima, dell'energia e dello sviluppo sostenibile. Il Ministero avrà 3 Dipartimenti:
- il Dipartimento per il personale, la natura, il territorio e il Mediterraneo (Dipent)
- il Dipartimento per la transizione ecologica e gli acquisti verdi (Ditei)
- il Dipartimento per l'energia e il clima, nel quale confluiscono la Direzione generale per l'approvvigionamento, l'efficienza e la competitività energetica e la Direzione generale per le infrastrutture e la sicurezza dei sistemi energetici e geominerari del ministero dello Sviluppo economico e la Direzione generale per il clima, l'energia e l'aria del ministero dell'Ambiente.
L’ENEA è sottoposta alla vigilanza del Ministero. Inoltre, il Ministero ha anche potere di indirizzo su SOGIN, e gli compete l’esercizio dei poteri di azionista nei confronti del GSE. Al fine di fornire una governance della transizione ecologica, il Decreto istituisce il Comitato interministeriale per la transizione ecologica (Cite), con il compito di coordinare le politiche nazionali per tale transizione e la relativa programmazione. È presieduto dal Presidente del Consiglio dei ministri o, in sua vece, dal ministro della Transizione ecologica, ed è composto anche dai ministri dell'Economia e delle finanze, dello Sviluppo economico, delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, del Lavoro e delle politiche sociali e delle Politiche agricole alimentari e forestali. Partecipano, altresì, gli altri ministri o i loro delegati aventi competenza nelle materie oggetto dei provvedimenti e dei temi posti all'ordine del giorno. Il Cite approva entro 3 mesi dall’entrata in vigore del decreto il Piano per la Transizione Ecologica. Approva inoltre le proposte per la rimodulazione dei sussidi ambientalmente dannosi.
- La transizione burocratica – Un tema su cui si registra crescente attenzione anche da parte dell’opinione pubblica è quello della transizione burocratica e del permitting, la catena di procedure che porta al rilascio dei permessi per qualunque azione. Sulle istanze di valutazione ambientale pervenute sulle procedure concluse, da gennaio 2020 sono pervenute 620 istanze di valutazione ambientale, e ad oggi ne risultano lavorate il 95%, mentre sono in corso di verifica 33 istanze pervenute recentemente. Dall’insediamento del nuovo Ministero, 12 valutazioni di impatto ambientale sono state concluse. La Commissione VIA-VAS ha smaltito le istanze, ma occorre esaurire l’arretrato. L’attuale situazione mondiale impone un paradigma di procedure amministrative che traduca il PNRR in progetti concreti da realizzare tempestivamente. Andranno individuati correttivi mirati, puntuali, ispirati alle migliori pratiche amministrative nazionali.
- Meccanismo aste FER - Occorre rivedere il meccanismo delle aste per gli impianti da fonti rinnovabili. In Spagna la domanda relativa agli impianti eolici è stata tre volte superiore all'offerta, mentre in Italia è stata aggiudicata meno di un quarto della capacità messa a gara . Sono già state avviate interazioni con il Ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibile per ricercare insieme proposte e interventi normativi, da sottoporre al vaglio parlamentare, atti a rendere le procedure più spedite, e con il Ministero della Cultura per realizzare un sistema di permitting che offra procedure, tempi e soluzioni certe sull'intero territorio nazionale e che si attenga a parametri oggettivi nella valutazione dell'impatto degli impianti di energie rinnovabili, anche, ad esempio, nelle aree a vocazione agricola non sottoposte a vincolo.
- Dibattito pubblico – Particolare attenzione dovrà essere rivolto al confronto con cittadinanza e portatori di interesse. Andrà rafforzata la cultura della consultazione pubblica. Il Dicastero incentiverà le consultazioni pubbliche secondo principi di trasparenza e secondo procedure che dovranno garantire la partecipazione corretta ed efficace in tempi certi.
- Un modello per governance PNRR – Occorre prevedere una corsia preferenziale che realizzi i progetti del PNRR. La governance è un fattore critico. Il paese deve disporre di un sistema autorizzativo che funzioni. Il modello Genova, del Ponte San Giorgio, è un esempio di governance virtuosa. Avremo bisogno delle migliori competenze amministrative.
- Sinergia con Parlamento e Commissioni parlamentari – L’azione del Dicastero sarà improntata al dialogo col Parlamento e le Commissioni di merito. Sarebbe intenzione del Ministro dare stimolo a questo dialogo, assicurando la tempestiva risposta agli atti di sindacato ispettivo. Invita quindi i Presidenti delle Commissioni a valutare un calendario che preveda settimanalmente la presenza dei Sottosegretari in Commissione. Le Commissioni rappresentano la miglior sede di confronto fra le parti politiche per l’esame di aspetti tecnici
- Principali iniziative del Ministero – La macchina amministrativa del Ministero necessita di un potenziamento sotto il profilo delle risorse umane e della dotazione tecnologica. Proseguiranno le procedure concorsuali in essere, rallentate dalla pandemia. Vorrebbe avviare un piano di digitalizzazione integrato.
- Economia circolare - Nel contesto del piano d’azione europeo per l’economia circolare, il Ministero vuole mettere a punto gli strumenti tecnici e amministrativi per garantire il sostegno e lo sviluppo delle filiere. Il Ministero porrà in essere un sistema di monitoraggio dei decreti legislativi di recepimento del pacchetto economia circolare e la predisposizione dei decreti correttivi. Definirà il Piano Nazionale per la sostenibilità ambientale nella PA, con l’obiettivo di rafforzare il green public procurement. Sosterrà lo sviluppo di nuove filiere circolari attraverso l’adozione di nuovi CAM, criteri ambientali minimi, per i nuovi settori merceologici, aggiornerà il Programma Nazionale dei rifiuti, revisionerà il registro della tracciabilità sui rifiuti. Sul tema dei rifiuti radioattivi, la SOGIN ha pubblicato la CNAPI, e con il DL Milleproroghe è stato prorogato di 120 giorni il termine per la consultazione pubblica affidata alla SOGIN.
- Agenda 2030 e Sviluppo Sostenibile – Il Ministero lavorerà per l’attuazione dell’Agenda 2030 e dei programmi ambientali in ambito ONU, con finalità la revisione triennale della Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile.
- PiTESAI – È intenzione definire il PITESAI entro il 30 settembre 2021, secondo quello che il termine di legge.
- Ex Ilva - Il tema delle valutazioni per autorizzazioni ambientali si pone rilevante per la questione dell’ex Ilva di Taranto.
- Bonifiche – Strumento per garantire la circolarità delle risorse. È stata avviata azione sinergica con regioni per individuare i siti orfani.
- Smaltimento e rimozione amianto – La direzione preposta ha avviato interventi per il finanziamento della rimozione dell’amianto nei siti interessati.
- Impegni internazionali – La presidenza italiana del G20 per cui i temi ambientali sono dominanti, e il partenariato con UK per la COP26 sul clima, collocano l’Italia in prima posizione sullo scenario internazionale climatico-ambientale. Il programma del G20 è molto ampio e include finanza verde, ripresa post-Covid-19, sussidi ambientalmente dannosi, e mobilitazione di flussi finanziari per il Clima. Per la COP26, è stata organizzata a Milano dal 28 settembre al 2 ottobre la Pre-COP, e lo Youth for Planet driving ambition. A Livello UE, il Ministero sarà impegnato nel negoziato per la legge europea sul clima
- Integrazione PNIEC - L'Italia si è dotata di un Piano nazionale integrato per l'energia e il clima (PNIEC) che individua i target al 2030 sulle varie dimensioni e rappresenta l'impegno e il contributo del Paese all'attuazione del cosiddetto “pacchetto clima energia”. In molti ambiti, i target italiani sono più ambiziosi di quanto sarebbe derivato dalla semplice attuazione della metodologia comunitaria di preassegnazione, soprattutto nel settore dei trasporti. Il rilancio in una dimensione rafforzata di transizione ecologica potrà portare a un'integrazione del PNIEC già nei prossimi mesi, con un rafforzamento di target e linee di azione, insieme alle riforme richieste per un'attuazione efficace del PNRR.
- Mercato energetico – Si procederà al recepimento Direttiva 944/2019, e del regolamento 943 del 2019 sull’integrazione del mercato elettrico europeo. Si procederà all’attuazione dei meccanismi di remunerazione del capacity market, allo sviluppo dei sistemi di accumulo, al superamento dei regimi di prezzi regolati di energia elettrica e gas, alla redazione dell’elenco dei venditori di gas ed energia elettrica.
- Fonti da energia rinnovabile - Occorre definire il decreto FER 2 ed estendere durata temporale del FER 1 al fine di consentire nuove procedure di asta o registro anche dopo settembre 2021. Atteso il decreto interministeriale per incentivare impianti a biogas entrati in esercizio prima del 2007. Atteso inoltre il decreto che modifica la disciplina di controlli e sanzioni in materia di incentivi per produzione di energia da fonti da energia rinnovabile di competenza del GSE. Si procederà al recepimento della Direttiva 2018/2001 ovvero la RED II, e all’individuazione delle aree idonee e non-idonee all’installazione di impianti FER. Deve essere concluso l’iter di approvazione del decreto che definisce gli obiettivi del meccanismo dei certificati bianchi nel periodo 2021-2024. Di prossima approvazione la STREPIN, la Strategia per la riqualificazione energetica del parco immobiliare nazionale, prevista dalla direttiva EPBD 3.
- Mobilità sostenibile – Sul versante della mobilità sostenibile, si darà promozione alle energie rinnovabili nel settore dei trasporti con l'attuazione del Piano di azione per la mobilità sostenibile. Le azioni specifiche riguardano la promozione dei biocarburanti, del biometano e dell'idrogeno con uno specifico riferimento all'ambito dei trasporti. Occorre però puntare sulla mobilità elettrica sviluppando una tecnologia degli accumuli che permetta di costruire una filiera nazionale delle batterie e incrementando, a tal fine, la ricerca nazionale. Nei prossimi mesi si dovrà dare attuazione alle norme del "Decreto semplificazioni", relative allo stanziamento di 90 milioni di euro per il finanziamento di infrastrutture di ricarica elettrica per forniture di imprese, il cui decreto attuativo è in corso di redazione.
- Idrogeno e resilienza del sistema elettrico – Lo scorso novembre è stato completato un primo documento sulla Strategia Nazionale per l’idrogeno (le linee guida preliminari), come primo disegno degli obiettivi nazionali sull’idrogeno. Il completamento della Strategia Nazionale è previsto per le prime settimane di aprile 2021. Si è quindi proceduto ad una consultazione con stakeholders, e si sono ideate politiche per lo sviluppo del settore. Importante quindi la resilienza del sistema elettrico. Per questo nel 2020 sono pervenute le valutazioni di Terna per l’inverno 2020-2021. Il servizio di interrompibilità del carico elettrico di Terna è parte integrante del sistema di difesa della rete elettrica nazionale. Il Ministero predisporrà il Piano di preparazione ai rischi nel settore dell'energia elettrica, in attuazione del Regolamento (Ue) 2019/941 sulla preparazione ai rischi nel settore dell'energia elettrica, che stabilisce un quadro comune di norme sulle modalità di prevenzione, preparazione e gestione delle crisi dell'energia elettrica
- PNRR - Siamo partiti dal documento sul PNRR e abbiamo cominciato a lavorare. Le prime 3 settimane e mezzo sono state dedicate ad un lavoro di omogeneizzazione e accorpamento. Il tempo è strettissimo ma sono fiducioso che faremo un buon lavoro. Le consultazioni sono quotidiane tra tutti i gruppi di lavoro. L’ambizione è rendere l’Italia un campione della transizione ecologica. Ci sono proposte di riforma e proposte progettuali in corso di elaborazione con i Ministeri coinvolti. La transizione ecologica è inevitabile e non può essere rimandata. La transizione verso la completa neutralità climatica è un problema comune, non solo dell’Italia, e richiede l’impegno di tutti i Paesi. L’Italia ha contribuito a definire gli obiettivi ambiziosi al 2030 e al 2050, tra cui l’Accordo di Parigi, e il Green Deal Europeo. Siamo uno dei paesi più esposti ai rischi climatici. Siamo esposti all’innalzamento dei mari, soggetti a possibili desertificazioni, al rischio idrogeologico diffuso. L’Italia può però avvantaggiarsi più rapidamente, grazie all’abbondanza di risorse rinnovabili che lascia prefigurare un punto di atterraggio in prospettiva più favorevole rispetto ad altri Paesi. Il PNRR è una occasione unica ma occorre superare una serie di barriere. L’Italia ha avviato una transizione iniziale piuttosto efficace, lanciando iniziative come le politiche per lo sviluppo delle FER, ma anche le misure per l’efficienza energetica. Il PNIEC attualmente in fase di aggiornamento per recepire le nuove direttive europee riflette un’ambizione molto alta da parte dell’Italia. Questi sono inquadramenti strategici a cui dobbiamo attenerci. Tuttavia, la transizione è anche rallentata. Le aste sono andate quasi deserte, mentre in altri Paesi come la Spagna hanno avuto una partecipazione straordinaria. Se vogliamo essere campioni della transizione, dobbiamo rendere l’Italia più resiliente ai cambiamenti climatici. Rendere più resilienti le infrastrutture critiche, come quelle energetiche, e quelle esposte ai rischi climatici. La decarbonizzazione deve seguire il ritmo dettato dai nuovi target europei. Serve rafforzare l’efficientamento energetico, decarbonizzare alcuni settori industriali anche utilizzando l’idrogeno, per cui dobbiamo essere pronti all’uso in tempi sufficientemente rapidi. Il Piano prevede dei programmi specifici per cui verranno fornite le misure di impatto ambientale alla Commissione Europea nelle prossime settimane.
- Sviluppo della supply chain – Bisogna guardare al Piano anche come un’occasione per sviluppare la supply-chain del Paese, guardando a idrolizzatori per idrogeno, batterie, sistemi fotovoltaici. Devono diventare motore di crescita e occupazione e non essere dipendenti dalla semplice importazione di tecnologie.
- Necessaria formazione e transizione burocratica - Utilizzare il Recovery Fund per favorire un percorso di formazione continua per tutti (re-skilling). Bisogna favorire il rafforzamento della consapevolezza pubblica. Favorire uno sviluppo della cultura dell’ambiente a livello sociale. La transizione ecologica non potrà avvenire senza una transizione burocratica. Poter presentare un progetto eccellente e avere una approvazione da parte della Commissione europea è una speranza solida, ma si teme la Fase 2, ovvero la messa a terra delle attività. Tale attività sarà messa a dura prova senza un efficiente meccanismo burocratico.