Mercato auto europeo in segno negativo a gennaio (-25,7%)
Partenza sottotono a gennaio per il mercato europeo dell'auto (-25,7%), complici gli effetti di calendario a sfavore in diversi paesi e le restrizioni per il contenimento della pandemia.
Secondo i dati diffusi oggi da ACEA, nel complesso dei Paesi dell’Unione europea allargata all’EFTA e al Regno Unito a gennaio le immatricolazioni di auto ammontano a 842.835 unità, con un calo del 25,7% rispetto a gennaio 2020 e il peggior risultato di sempre.
“Dopo una chiusura del 2020 a -24,3%, con una perdita di oltre 3,8 milioni di nuove immatricolazioni, il mercato auto europeo apre il nuovo anno ancora in pesante ribasso – afferma Paolo Scudieri, Presidente di ANFIA – scontando gli effetti negativi di un giorno lavorativo in meno in molti mercati e delle misure restrittive in vigore per il contenimento della pandemia ancora in corso.
Nel mese, tutti i mercati dell’area UE-EFTA-UK presentano una contrazione a 2 cifre, ad esclusione della Svezia (+22,5%), della Norvegia (+7,7%) e della Francia, in calo del 5,8%.
Tutti e quattro gli altri major market (includendo UK), che pesano per il 66,7% del totale immatricolato, risultano in flessione a doppia cifra, con la performance peggiore spettante alla Spagna (-51,5%), seguita da UK (-39,5%) e dalla Germania (-31,1%), mentre l’Italia chiude a -14%, in un mese caratterizzato dall’instabilità politica dettata dalla crisi di governo.
L’anno da poco iniziato non sarà sicuramente facile – conclude Scudieri – con una pandemia ancora da sconfiggere cercando di compensare, con misure di sostegno adeguate, le sue forti ripercussioni sull’economia, sull’occupazione e sul clima di fiducia dei consumatori. La freccia più importante che l’Europa ha al suo arco è ovviamente il Recovery Plan, per il quale auspichiamo che le proposte dei singoli Paesi, in primis l’Italia, ora che anche per il nostro Paese si prospetta una fase di maggiore stabilità, diano il giusto spazio all’industria automotive, con politiche industriali che le consentano di affrontare con successo la transizione tecnologica. Non dimentichiamo che il nostro è un settore da sempre trainante in UE, primo in classifica per il contributo all’innovazione, con 61 miliardi di euro all’anno investiti in ricerca e sviluppo, pari al 29% della spesa totale”.
In Italia, le immatricolazioni totalizzate a gennaio si attestano a 134.001 unità (-14%). Secondo i dati preliminari ISTAT, a gennaio l’indice nazionale dei prezzi al consumo registra un aumento dello 0,5% su base mensile e dello 0,2% su base annua (da -0,2% di dicembre). L’inflazione torna positiva prevalentemente per l’attenuarsi della contrazione dei prezzi dei Beni energetici (da -7,7% del mese precedente a -5,5%), sia nella componente regolamentata (da -7,0% a -3,6%) sia in quella non regolamentata (da -8,1% a -6,3%), e, in misura minore, per il calo meno pronunciato dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (da -0,7% a -0,1%).
Nel comparto dei Beni energetici non regolamentati, guardando all’andamento dei prezzi dei carburanti, si rilevano flessioni meno marcate dei prezzi del Gasolio (da -11,8% a -9,4%; +3,2% rispetto a dicembre) e della Benzina (da -9,7% a -7,5%; +2,7% su base mensile); i prezzi degli Altri carburanti passano da -2% a una variazione tendenziale nulla (+3,4% il congiunturale).
Analizzando il mercato per alimentazione, a gennaio 2021 prosegue il calo delle alimentazioni tradizionali: le auto nuove diesel registrano un calo del 31,2% rispetto a gennaio 2020, con una quota di mercato del 26,6%, mentre le auto a benzina diminuiscono del 33,3% (36,2% di quota). Le immatricolazioni delle vetture ad alimentazione alternativa crescono nel mese del 59%, con una quota del 37,2%, come sintesi di un sensibile calo delle autovetture alimentate a gas (-20,7%) e di una forte crescita delle vetture elettrificate (+128% le ibride non ricaricabili e +90% elettriche e PHEV). Tra i major market europei, l’Italia è quello con la quota più alta di vendite di auto diesel, di auto ibride non ricaricabili e di auto a gas rispetto al proprio mercato.
Il Gruppo Stellantis ha registrato, in Europa, 178.565 immatricolazioni nel mese di gennaio (-27,4%), con una quota di mercato del 21,2%.
La Spagna totalizza 41.966 immatricolazioni nel mese di gennaio (-51,5%). L’Associazione spagnola dell’automotive ANFAC rileva che, ad un mercato già in condizione di estrema debolezza a causa della pandemia e della crisi economica, si sono aggiunti due ulteriori fattori molto negativi: l'aumento della tassa di immatricolazione e la fine del piano di rottamazione RENOVE, con l'80% del budget non utilizzato, i cui effetti avrebbero potuto essere corretti e che, invece, hanno contribuito ad affossare le vendite a gennaio, che chiude al minimo storico. ANFAC ritiene sia possibile sia correggere questo aumento della tassa di immatricolazione, per cercare di compensare il crollo del mercato, sia ripristinare e rendere strutturale il piano di rottamazione – un po’ come fatto in Italia, dove il pagamento del bollo auto, in diverse regioni, più del 50% del Paese, è stato sospeso e rinviato a giugno-luglio a causa dell’emergenza Coronavirus e, a livello nazionale, sono stati rifinanziati gli incentivi all’acquisto. Per ANFAC, infatti, il piano di decarbonizzazione deve svilupparsi su due assi: dare impulso alla domanda di veicoli elettrici e svecchiare il parco. Entrambi sono necessari per ridurre le emissioni di CO2 e migliorare la qualità dell'aria nelle città, contribuendo a mantenere e stimolare l'industria e l'occupazione.
Nel dettaglio, secondo i canali di vendita, il mercato di gennaio risulta così ripartito: 19.034 vendite ai privati (-53,1%), 18.397 vendite alle società (-43,9%) e 4.535 vendite per noleggio (-65,4%).
Per quanto riguarda le alimentazioni, a gennaio continuano a calare le immatricolazioni di auto diesel (-55,5% con il 25,4% di quota) e benzina (-58,4% con il 46,2% di quota). Nel mese sono state immatricolate 11.912 autovetture ad alimentazione alternativa, che valgono il 28,4% del totale immatricolato; nel dettaglio le elettriche pure (comprese le extended-range) detengono una quota dell’1,2%, le ibride tradizionali del 21,6% e le ibride plug-in del 3,4%, mentre le vetture a GPL e metano valgono il 2,2% del mercato.
In Francia, a gennaio, si registrano 126.380 nuove immatricolazioni, con una flessione del 5,8% rispetto a gennaio 2020.
Il mercato dell’usato, secondo le stime di CCFA, registra 484.099 unità a gennaio, con una variazione negativa del 3,7% rispetto allo stesso mese del 2020. Ancora segno negativo per le autovetture a benzina, in flessione del 13,5% nel mese (44,8% di quota), e per le vetture diesel, -24,8% (25,3% di quota). Crescono, invece, del 53% le alimentazioni alternative, che rappresentano il 29,9% del totale immatricolato;
nel dettaglio, le elettriche detengono una quota del 5,1%, le ibride tradizionali del 15,9% e le ibride plug-in del 6,5%, mentre le auto a GPL e metano valgono il 2,4% del mercato.
Nel mercato tedesco sono state immatricolate a gennaio 169.754 unità (-31,1%). Nel mese, la flessione più marcata è quella relativa alle vendite ai privati, in ribasso del
37,2%, che rappresentano il 28,8% del mercato, mentre le società immatricolano il 28,3% di vetture in meno rispetto a gennaio 2020, con una quota del 71,2%. Tra le società, ad andare peggio è il segmento del noleggio, -50,8%.
Continua la decrescita del mercato delle autovetture a benzina (-50,3% e 37,1% di quota) e diesel (-44,8% e 26,1% di quota), mentre aumentano le immatricolazioni di auto elettriche (+117,8%), che rappresentano il 9,6% del mercato, e ibride (+47,5%), con il 27% di quota. Tra le ibride, in forte crescita le ricaricabili, +138,3%, che, da sole, valgono il 12,1% del mercato.
La media delle emissioni di CO2 delle autovetture nuove vendute a gennaio ammonta a 125,9 g/km.
Il mercato inglese, infine, a gennaio totalizza 90.249 autovetture (-39,5%), la peggior apertura d’anno dal 1970 a causa della chiusura delle concessionarie imposta dal lockdown nazionale previsto fino a marzo, sebbene le perdite siano state smorzate grazie ai sistemi di vendita e consegna smart già sviluppati nei precedenti periodi di chiusura.
In compenso, è molto positivo il dato, comunicato dall’Associazione inglese dell’automotive SMMT, delle emissioni medie di CO2 delle nuove vetture vendute nel 2020, che risulta inferiore dell’11,8% rispetto a quello del 2019.
SMMT fa notare che, dopo una perdita di fatturato pari a 20,4 miliardi di sterline lo scorso anno, l'industria automotive deve ora affrontare un inizio difficile per il 2021. Il necessario lockdown metterà alla prova la società, l'economia e la capacità del settore di avvicinarsi rapidamente al raggiungimento degli ambiziosi obiettivi ambientali. La riapertura, quando sarà possibile in sicurezza, garantirà posti di lavoro, stimolerà la
domanda che supporta la produzione automotive e consentirà di proseguire sulla strada verso le emissioni zero. Ogni singolo giorno in cui i concessionari potranno restare aperti in sicurezza sarà importante, soprattutto con il cruciale mese di marzo, caratterizzato dal cambio delle targhe, alle porte – il mese più importante dell’anno, per il mercato auto, visto che mediamente un’immatricolazione su cinque avviene proprio nel terzo mese dell’anno.
In ogni caso, aspettandosi un primo trimestre non brillante, SMMT ha già rivisto le previsioni di mercato relative al 2021 ribassandole al di sotto di 1,9 milioni di nuove auto immatricolate. (+15,7% rispetto al 2020) e confermando la crescita della quota di mercato delle auto elettriche pure e ibride plug-in che dovrebbero arrivare a rappresentare più di un’immatricolazione su sette (oggi, una ogni dieci).
Nel mese, la quota di mercato dei privati si attesta al 42%, con immatricolazioni in calo del 38,5%, mentre le flotte si riducono del 39,7% e rappresentano il 56,5% del mercato e le immatricolazioni di vetture aziendali calano del 56% con una quota di penetrazione dell’1,4%.
Secondo il tipo di alimentazione, a gennaio le auto diesel calano del 62,1%, con una quota ridotta al 12,3%, mentre le vendite di auto a benzina si riducono del 50,6%, con il 49,8% di quota. Le alimentazioni alternative valgono il 37,9% del mercato. Nel dettaglio: le auto BEV rappresentano il 6,9% del mercato e crescono in volumi del 54,4%, le ibride ricaricabili registrano un +28%, con una quota di mercato del 6,8%, le mild-hybrid diesel chiudono a +26,5% (6,9% di quota), le mild-hybrid a benzina +40,2% (9,8% di quota), e le full-hybrid -23,9% (7,6% di quota). Nel complesso, le ibride tradizionali rappresentano il 24,2% del totale immatricolato.
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